Protocollo Controfasico
I risultati
A testimonianza dei risultati del protocollo controfasico ci sono le migliaia di immagini raccolte nel corso degli anni dal Dr. Menchini e dall’equipe dell’Istituto Dermacademy e che permettono il confronto tra lo stato iniziale della cute del paziente e la situazione dopo la cura con il protocollo controfasico. Se ben eseguito, il protocollo raggiunge un’ottima ricolorazione delle chiazze nell’87% dei casi.
L’efficacia del protocollo controfasico nella cura della vitiligine è il risultato di oltre 20 anni di attenta osservazione dei pazienti, fotografati e controllati nel corso del tempo. Alla base c’è l’intuizione, rivelatasi poi esatta, della stretta correlazione esistente tra le manifestazioni che interessano la cute (l’organo bersaglio) e il sistema immunitario, diretto responsabile della comparsa delle macchie.
Risultati del Protocollo su ragazzi
Risultati del Protocollo su adulti
Cos’è il protocollo controfasico
Il Protocollo controfasico è un’innovativa modalità terapeutica per la cura della vitiligine, ideata e sviluppata dal Dr. Giovanni Menchini e dalla sua equipe in oltre 20 anni di studi come evoluzione del protocollo terapeutico che ha sempre proposto ai suoi pazienti, caratterizzato da semplicità e grande efficacia.
Alla base del Protocollo controfasico c’è lo studio che il Dr. Menchini ha pubblicato nel 2013 sulla prestigiosa rivista scientifica American Journal of Clinical Dermatology, nel quale per la prima volta venivano descritti i pattern di depigmentazione delle chiazze di vitiligine e la loro relazione con l’evoluzione della malattia. Una scoperta che ha aperto il campo a un innovativo sistema di cura basato sull’attività immunitaria e sul suo metro di misurazione, il Vitiligo Activity Index. Un sistema che oggi è unanimemente riconosciuto come l’arma più efficace nella cura alla vitiligine.
Oggi il Protocollo controfasico è citato in numerose pubblicazioni scientifiche e letture congressuali, ed è stato presentato ufficialmente al Congresso Mondiale di Dermatologia.
Come nasce
Il Dr. Giovanni Menchini ha focalizzato i suoi studi sulla terapia della vitiligine fin dall’inizio della sua carriera, ormai oltre 20 anni fa.
In questo ampio lasso di tempo ha visitato e curato oltre 18.000 pazienti, costituendo il più grande database fotografico di vitiligine al mondo, composto ad oggi da oltre 490.000 immagini.
Il percorso di ricerca intrapreso dal Dr. Menchini si snoda su due vie principali, lo studio della cute e quello del sistema immunitario, vero e proprio nodo centrale della vitiligine.
Questa impostazione ha permesso di concepire protocolli terapeutici sempre più efficaci, capaci di regolare al meglio la risposta immunitaria e di provocare l’interruzione dell’attacco autoimmune, causa della comparsa delle chiazze tipiche della vitiligine.
Perchè controfasico
Il protocollo controfasico deve il suo nome alla relazione diretta tra la fase di attività delle chiazze della vitiligine (fase attiva o fase stabile) e la terapia o i trattamenti ai quali viene sottoposto il paziente. Una relazione studiata e confermata dalle ricerche del Dr. Menchini e della sua equipe, che ha permesso di elaborare un sistema di cura riconosciuto ormai dagli specialisti di tutto il mondo come il più efficace nel contrasto alla vitiligine.
La formazione delle chiazze e la teoria autoimmune
La colorazione della nostra pelle dipende in buona parte dalla presenza di una sostanza bruna chiamata melanina. La melanina è prodotta da una cellula della pelle chiamata melanocita.
Il melanocita è la “cellula bersaglio” della vitiligine. Quando viene attaccata viene a mancare il produttore di melanina, per questo si formano le chiazze, che non sono altro che zone di cute che assumono il loro colorito base, il bianco.
Si sono susseguite numerose ipotesi sulla scomparsa dei melanociti nella vitiligine, quella che è supportata dalle prove scientifiche più consistenti è la teoria autoimmune.
L’autoimmunità è un processo patologico che porta il sistema immunitario a colpire e danneggiare un organo del suo stesso organismo. Le malattie autoimmuni sono moltissime e assai frequenti nella popolazione, la vitiligine è una di queste.
Nella vitiligine il sistema immunitario colpisce e distrugge i melanociti (che abbiamo visto essere le cellule che producono la melanina) in un errore che può essere definito un “eccesso di difesa”.
La vitiligine e la distruzione dei melanociti staminali
Come tutte le cellule, anche i melanociti nascono, crescono e muoiono. Il loro ciclo di ricambio si svolge in determinate aree della cute chiamate nicchie staminali, le quali ospitano le “cellule genitore” dei melanociti, i melanociti staminali.
Sull’epidermide i melanociti staminali sono prevalentemente localizzabili nei bulbi piliferi, quelli dei capelli e quelli dei peli, ma anche quelli di quella finissima peluria che ricopre integralmente la nostra cute, ad eccezione del palmo delle mani e delle piante dei piedi.
Dalle più recenti ricerche sembra che il bersaglio dell’attacco autoimmunitario scatenato dalla vitiligine siano proprio i melanociti staminali, che di conseguenza non riescono più a formare i melanociti adulti.
Le chiazze si formano dunque per un mancato ricambio dei melanociti a livello dell’epidermide più che per una distruzione dei melanociti adulti.
L’aspetto delle chiazze come indicatore della fase della vitiligine
Da questa teoria, ormai confermata, deriva l’aspetto clinico delle varie fasi della vitiligine che il Dr. Giovanni Menchini e la sua equipe utilizzano per valutare la corretta terapia.
In una fase di iniziale peggioramento della malattia, infatti, è frequente osservare due distinti quadri morfologici, la depigmentazione puntiforme e la decolorazione del bordo.
Nelle chiazze caratterizzate da depigmentazione puntiforme si osserva la formazione di piccoli puntini bianchi, solitamente su cute sana o subito fuori da una macchia di vitiligine. Nel tempo, se non trattati, questi puntini si allargano in modo centrifugo, unendosi ad altri vicini e formando così una nuova chiazza, o allargandone una pre-esistente.
Nella decolorazione del bordo invece si nota che il bordo della chiazza assume una colorazione intermedia fra quella della cute sana e quella della vitiligine. Se osservato nel tempo, questo bordo diventerà del tutto acromico (quindi completamente bianco) come il resto della chiazza.
Quando la vitiligine è in fase stabile, il bordo delle chiazze è ben netto e non vi sono né punti bianchi né bordi decorati.
Quando invece la vitiligine è in fase di miglioramento, sia esso spontaneo o indotto da una terapia, all’interno delle chiazze si formano dei punti scuri, anche in questo caso solitamente intorno a un pelo.
La terapia giusta nel momento giusto
L’osservazione di questi fenomeni clinici, descritti per la prima volta dal Dr. Menchini e confermati dalla letteratura scientifica internazionale, permettono di identificare la terapia corretta nel momento giusto. Appare chiaro che i fenomeni autoimmuni non sono costanti durante l’anno, ma presenti esclusivamente per alcuni mesi. Durante le fasi “attive”, uno stress cutaneo o una terapia troppo aggressiva possono indurre rispettivamente la formazione di una nuova macchia o l’allargamento di quelle preesistenti.
Questo perché la reazione autoimmune che provoca le macchie bianche della vitiligine è infatti acuita da traumi, scottature, terapie fotosensibilizzanti. Sottoporsi a questi trattamenti durante la fase di peggioramento potrebbe causare quindi un aggravamento della vitiligine. Al contrario, durante le fasi di stabilità o di miglioramento della malattia non vi è attacco immunitario alle cellule staminali e dunque possono essere svolte tutte quelle terapie in grado di stimolarne la ricomparsa al livello dell’epidermide.
Il Dr. Menchini e la sua equipe hanno elaborato un sistema numerico che indica la fase che sta attraversando la vitiligine in un determinato momento. Per farlo, le chiazze vengono osservate attentamente sotto la luce di Wood con uno strumento che restituisce un’immagine ad alta definizione.
La scala che permette di classificare la fase di attività della vitiligine si chiama Vitiligo Activity Index, in base al suo valore viene determinata la terapia corretta da adottare. Questo fa sì che le terapie che il Dr. Menchini prescrive per contrastare la vitiligine siano diverse a seconda delle condizioni del paziente, ed in particolare a seconda della fase che in quel momento sta attraversando la sua malattia. I trattamenti possono essere di varia natura (farmacologici, integratori alimentari o fototerapia), tutti sono eseguibili in maniera semplice presso il domicilio del paziente, il quale viene invitato a recarsi all’Istituto Dermacademy di Pisa ogni 2/3 mesi per controllare l’efficacia della terapia ed eventualmente modificarla.
In cosa consiste il Protocollo controfasico
La prima visita
Per i pazienti affetti da vitiligine, la prima visita è un momento particolarmente importante. Nel corso della visita vengono richieste una serie di informazioni al paziente (come ad esempio la familiarità con la malattia o la presenza di altri disturbi), in grado di fornire al Dr. Menchini e alla sua equipe le informazioni necessarie ad elaborare la terapia più adatta. Nel caso in cui siano già stati effettuati, al paziente sono richiesti anche i referti degli esami del sangue.
La visita prosegue con l’osservazione integrale della cute del paziente con la luce di Wood e con la rilevazione fotografica, per la quale è utilizzato uno speciale flash di Wood in alta definizione che permette di stabilire l’esatta fase di attività della vitiligine.
Le immagini scattate vengono archiviate all’interno della cartella clinica, così da poterle consultare nel corso delle visite di controllo. Nel caso in cui il paziente ne richieda una copia, possono essere fornite e caricate su una pen drive USB.
Al termine della prima visita viene indicata la terapia più appropriata in base alla fase di attività della malattia, secondo i dettami del protocollo controfasico. A seconda dei casi, la terapia può comprendere vitamine, farmaci, integratori e fototerapia. In ogni caso, viene concepita per poter essere seguita comodamente a casa.
La visita di controllo
A distanza di un tempo variabile fra 2 e 4 mesi dalla prima visita, viene eseguita la visita di controllo. Anche in questo caso la cute del paziente viene analizzata attentamente sotto la luce di Wood e vengono scattate fotografie ad alta risoluzione.
In seguito il medico osserva e valuta insieme al paziente le differenze di colorazione delle macchie di vitiligine. A questo punto lo specialista calcola il Vitiligo Activity Index del paziente in quel preciso momento e prescrive la terapia corretta, secondo il protocollo controfasico. Anche le fotografie scattate nel corso della seconda visita vengono consegnate al paziente su di un supporto Usb.
Al termine del consulto il medico provvede a concordare la data della visita di controllo successiva, che sarà fissata a distanza di tempo variabile fra i 2 e i 4 mesi, a seconda dei casi.
Gli esami del sangue per la vitiligine
Pur non esistendo esami del sangue che indichino come sta procedendo la vitiligine, è necessario eseguire una serie di analisi che sono utili per capire se il paziente è affetto da altre patologie associabili appunto alla vitiligine.
Gli esami in questione possono anche essere eseguiti in un secondo momento rispetto alla prima visita, poiché non essendo rivolti alla vitiligine stessa, non influenzano la visita o la terapia.
Ecco la lista degli esami del sangue che saranno prescritti:
- Controllo ematico generale (emocromo con formula)
- Funzionalità tiroidea (TSH, FT3, Anticorpi anti Tireoglobulina, Anticorpi anti Tireoperossidasi)
- Funzionalità endocrina pancreatica (Emoglobina glicosilata)
- Funzionalità gastrica (Anticorpi anti mucosa gastrica, o cellule parietali gastriche, Omocisteinemia, Vitamina B12, Acido Folico)
- Screening Autoimmunità (Anticorpi anti ENA, Anticorpi anti ANA, Anticorpi anti Muscolo Liscio, Anticorpi anti Gliadina, Anticorpi anti Endomisio, Anticorpi anti Transglutaminasi)
- Metabolismo vitamina D (Vitamina D3, Paratormone, Calcemia)
Chi prescrive il Protocollo controfasico
Seguendo i dettami del protocollo, ormai codificato con precisione, ogni medico dell’equipe del Dr. Menchini è in grado di curare i pazienti affetti da vitiligine in base a linee guida chiare e univoche. Ad oggi, gli unici titolati ad applicare il protocollo controfasico sono i professionisti che compongono lo staff dell’Istituto Dermacademy, formati personalmente dal Dr. Menchini e capaci di mettere in pratica tutte le procedure.
LE TAPPE DEL PROTOCOLLO
La modalità terapeutica per la cura della vitiligine introdotta dal Dr. Menchini segue un protocollo ben definito. Nel corso della prima visita al paziente sono richieste una serie di informazioni che forniscono elementi preziosi per elaborare la terapia più efficace. La prima visita termina con l’indicazione della terapia più appropriata. A distanza di un tempo variabile fra 2 e 4 mesi, al paziente viene chiesto si sottoporsi ad una visita di controllo.
- colloquio
- luce di wood
- rilevazioni fotografiche
- terapia
- esami del sangue
- visite successive
Articoli del Blog
Questa è la storia di Monica, che scopre di avere la vitiligine a 40 anni.
La comparsa di macchie bianche sulla pelle è un sintomo che può essere ricondotto a diverse patologie.
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La Vitiligine
Le diverse forme di vitiligine, le cause e i sintomi, le malattie associate e la cura con il Protocollo controfasico.
L’Istituto Dermacademy
L’Istituto Dermacademy è la struttura sanitaria più grande della Toscana dedicata alla dermatologia e alla medicina estetica.
Nato come polo di eccellenza di livello europeo nella cura della vitiligine, l’istituto si è evoluto in clinica dermatologica e centro di medicina estetica.