PROTOCOLLO CONTROFASICO

Il Protocollo controfasico è un’innovativa modalità terapeutica per la cura della vitiligine, ideata e sviluppata dal Dr. Giovanni Menchini e dalla sua equipe in oltre 20 anni di studi.

I RISULTATI SULLA VITILIGINE

La vitiligine risponde di modalità differenti a seconda delle persone e delle tipologie di malattia, ecco alcuni dei nostri risultati

7 passi per la cura della vitiligine

La vitiligine si forma quando il sistema immunitario, per errore, distrugge le cellule che producono la melanina (il pigmento marrone della pelle), nei punti dove questo accade si perde il colorito naturale della cute e si formano le tipiche chiazze bianche.
Dato che è il sistema immunitario che attacca le cellule che fanno il colore, la vitiligine, viene annoverata nelle cosiddette malattie autoimmuni. Le malattie autoimmuni sono oltre 160 e sono tutte caratterizzate dal fatto che il sistema immunitario attacca un tipo di cellule o proteine del nostro organismo. Le malattie autoimmuni disturbi nei quali il sistema immunitario genera risposte esagerate, non è dunque una immunodeficienza, anzi la gran parte dei pazienti ha un sistema immunitario anche più competente della media della popolazione.
Spesso, a seguito di una malattia autoimmune, se ne associano altre. Nel caso della vitiligine è molto frequente in particolare la tiroidite di Hashimoto (dove il sistema immunitario attacca le cellule della tiroide) ma ne possono comparire altre. Per questo motivo è bene eseguire degli esami del sangue che ne scongiurino la presenza, per alcune di esse è infatti possibile eseguire degli esami del sangue per fare diagnosi, non tutte purtroppo.

Come tutte le malattie autoimmuni anche la vitiligine ha un andamento clinico altalenante, in fasi irregolari. Questo significa che, senza terapia o con terapia sbagliata, la vitiligine può peggiorare improvvisamente e raramente anche migliorare spontaneamente, spesso rimane stabile per anni. Esistono dei fattori scatenanti, alcuni li conosciamo, tuttavia molti rimangono ancora sconosciuti.
La genetica ha una importanza relativa, infatti il 74% dei pazienti affetti da vitiligine non hanno parenti diretti affetti da vitiligine, tuttavia nell’90% dei casi è invece possibile trovare altre malattie autoimmuni nei genitori o nei fratelli, anche questo dato ci conferma che la vitiligine è una malattia autoimmune.

Per valutare se la vitiligine è in fase di peggioramento, stabilità o miglioramento deve essere eseguita una attenta visita durante la quale il paziente viene sottoposto alla luce di Wood con fotografie in alta risoluzione, e deve essere così controllata tutta la superficie corporea. La visione in alta risoluzione delle chiazze ci fa capire cosa avviene in quelle chiazze in quel momento, dunque se il sistema immunitario sta distruggendo o meno i melanociti. Ci permette anche di capire se i melanociti stanno ripopolando l’area oppure stanno scomparendo. Una ottima base per una terapia efficace.

Fototgrafie con luce di wood in altissima risoluzione
Fototgrafie con luce di wood in altissima risoluzione

In un dato momento non tutte le chiazze hanno lo stesso andamento clinico alcune, ad esempio il 50%, possono essere stabili mentre il 25% in peggioramento e un 5% in miglioramento; dunque come considerare la vitiligine del paziente in quel momento nel suo complesso, in peggioramento, miglioramento o stabile?
Per questo scopo esiste uno strumento valutativo chiamato Vitiligo Activity Index che permette una media ponderata degli andamenti clinici delle zone corporee affette e fornisce la valutazione corretta della vitiligine in quel paziente in quello specifico momento (un indice che va da -1 a 3).

Il valore del VAI individua con precisione la quantità di attivazione del sistema immunitario permettendo al medico di prescrivere la corretta terapia, sia per il sistema immunitario che per la stimolazione dei melanociti. La prescrizione della terapia secondo il VAI è il Protocollo Controfasico.

Abbiamo capito che la terapia deve essere variata a seconda dei parametri descritti nel VAI ed è altrettanto chiaro che che la terapia della vitiligine si deve basare su 2 pilastri ben precisi:

  • la regolazione del sistema immunitario per impedire la distruzione dei melanociti. Questo viene ottenuto con una terapia medica spesso integrativa a volte farmacologica a seconda dei casi, che riordini l’attività del sistema immunitario.
  • La stimolazione della ripigmentazione, dunque la stimolazione della nascita di nuovi melanociti nell’area dove sono stati distrutti in modo da ricostituire il colore naturale della pelle. Questo si ottiene con fototerapia, solitamente casalinga, e anche grazie all’applicazione prodotti locali che variano a seconda dei casi.

Attraverso l’esecuzione a casa della terapia che viene prescritta in visita si ottengono i risultati.

La variabilità dell’attività del sistema immunitario è il motivo per il quale è fondamentale eseguire una valutazione corretta della vitiligine ogni 2-4 mesi attraverso la luce di Wood e le fotografie in alta risoluzione.
Solo così, insieme ovviamente alla corretta esecuzione della terapia, si ottengono i migliori e più rapidi risultati di cura della vitiligine. Il protocollo continua con visite e terapie ogni 2-4 mesi fino al raggiungimento della ricolorazione completa, il tempo varia molto da persona a persona.
Ad ogni visita le fotografie vengono confrontate con le precedenti insieme al paziente al quale ne viene anche fornita copia.
Il protocollo controfasico ha una validazione scientifica internazionale e nazionale da anni, che permette di utilizzare i prodotti migliori per ogni situazione e che viene upgradato di anno in anno grazie alla sperimentazione e alle altre scoperte scientifiche.

La guarigione dalla vitiligine è sempre possibile anche se le tempistiche variano da situazione a situazione.
Ma come si stabilisce che un paziente è guarito dal momento che non esiste un esame del sangue che lo certifichi? Come si fa a stabilire che non avrà ricadute?
Nella terapia del protocollo controfasico, una volta colorate tutte le chiazze al paziente viene prescritta una terapia integrativa (non farmacologica) per 2 anni, durante i quali verrà visitato solo una volta l’anno, se non si verificano ricadute in questi due anni possiamo dichiarare il paziente guarito.
Dunque alla domanda si può guarire dalla vitiligine noi rispondiamo, si deve guarire dalla vitiligine.

Risultato del Protocollo su ragazza

Risultato del Protocollo su adulto

La vitiligine si forma quando il sistema immunitario, per errore, distrugge le cellule che producono la melanina (il pigmento marrone della pelle), nei punti dove questo accade si perde il colorito naturale della cute e si formano le tipiche chiazze bianche.
Dato che è il sistema immunitario che attacca le cellule che fanno il colore, la vitiligine, viene annoverata nelle cosiddette malattie autoimmuni. Le malattie autoimmuni sono oltre 160 e sono tutte caratterizzate dal fatto che il sistema immunitario attacca un tipo di cellule o proteine del nostro organismo. Le malattie autoimmuni disturbi nei quali il sistema immunitario genera risposte esagerate, non è dunque una immunodeficienza, anzi la gran parte dei pazienti ha un sistema immunitario anche più competente della media della popolazione.
Spesso, a seguito di una malattia autoimmune, se ne associano altre. Nel caso della vitiligine è molto frequente in particolare la tiroidite di Hashimoto (dove il sistema immunitario attacca le cellule della tiroide) ma ne possono comparire altre. Per questo motivo è bene eseguire degli esami del sangue che ne scongiurino la presenza, per alcune di esse è infatti possibile eseguire degli esami del sangue per fare diagnosi, non tutte purtroppo.

Come tutte le malattie autoimmuni anche la vitiligine ha un andamento clinico altalenante, in fasi irregolari. Questo significa che, senza terapia o con terapia sbagliata, la vitiligine può peggiorare improvvisamente e raramente anche migliorare spontaneamente, spesso rimane stabile per anni. Esistono dei fattori scatenanti, alcuni li conosciamo, tuttavia molti rimangono ancora sconosciuti.
La genetica ha una importanza relativa, infatti il 74% dei pazienti affetti da vitiligine non hanno parenti diretti affetti da vitiligine, tuttavia nell’90% dei casi è invece possibile trovare altre malattie autoimmuni nei genitori o nei fratelli, anche questo dato ci conferma che la vitiligine è una malattia autoimmune.

Per valutare se la vitiligine è in fase di peggioramento, stabilità o miglioramento deve essere eseguita una attenta visita durante la quale il paziente viene sottoposto alla luce di Wood con fotografie in alta risoluzione, e deve essere così controllata tutta la superficie corporea. La visione in alta risoluzione delle chiazze ci fa capire cosa avviene in quelle chiazze in quel momento, dunque se il sistema immunitario sta distruggendo o meno i melanociti. Ci permette anche di capire se i melanociti stanno ripopolando l’area oppure stanno scomparendo. Una ottima base per una terapia efficace.

Fototgrafie con luce di wood in altissima risoluzione
Fototgrafie con luce di wood in altissima risoluzione

In un dato momento non tutte le chiazze hanno lo stesso andamento clinico alcune, ad esempio il 50%, possono essere stabili mentre il 25% in peggioramento e un 5% in miglioramento; dunque come considerare la vitiligine del paziente in quel momento nel suo complesso, in peggioramento, miglioramento o stabile?
Per questo scopo esiste uno strumento valutativo chiamato Vitiligo Activity Index che permette una media ponderata degli andamenti clinici delle zone corporee affette e fornisce la valutazione corretta della vitiligine in quel paziente in quello specifico momento (un indice che va da -1 a 3).

Il valore del VAI individua con precisione la quantità di attivazione del sistema immunitario permettendo al medico di prescrivere la corretta terapia, sia per il sistema immunitario che per la stimolazione dei melanociti. La prescrizione della terapia secondo il VAI è il Protocollo Controfasico.

Abbiamo capito che la terapia deve essere variata a seconda dei parametri descritti nel VAI ed è altrettanto chiaro che che la terapia della vitiligine si deve basare su 2 pilastri ben precisi:

  • la regolazione del sistema immunitario per impedire la distruzione dei melanociti. Questo viene ottenuto con una terapia medica spesso integrativa a volte farmacologica a seconda dei casi, che riordini l’attività del sistema immunitario.
  • La stimolazione della ripigmentazione, dunque la stimolazione della nascita di nuovi melanociti nell’area dove sono stati distrutti in modo da ricostituire il colore naturale della pelle. Questo si ottiene con fototerapia, solitamente casalinga, e anche grazie all’applicazione prodotti locali che variano a seconda dei casi.

Attraverso l’esecuzione a casa della terapia che viene prescritta in visita si ottengono i risultati.

La variabilità dell’attività del sistema immunitario è il motivo per il quale è fondamentale eseguire una valutazione corretta della vitiligine ogni 2-4 mesi attraverso la luce di Wood e le fotografie in alta risoluzione.
Solo così, insieme ovviamente alla corretta esecuzione della terapia, si ottengono i migliori e più rapidi risultati di cura della vitiligine. Il protocollo continua con visite e terapie ogni 2-4 mesi fino al raggiungimento della ricolorazione completa, il tempo varia molto da persona a persona.
Ad ogni visita le fotografie vengono confrontate con le precedenti insieme al paziente al quale ne viene anche fornita copia.
Il protocollo controfasico ha una validazione scientifica internazionale e nazionale da anni, che permette di utilizzare i prodotti migliori per ogni situazione e che viene upgradato di anno in anno grazie alla sperimentazione e alle altre scoperte scientifiche.

La guarigione dalla vitiligine è sempre possibile anche se le tempistiche variano da situazione a situazione.
Ma come si stabilisce che un paziente è guarito dal momento che non esiste un esame del sangue che lo certifichi? Come si fa a stabilire che non avrà ricadute?
Nella terapia del protocollo controfasico, una volta colorate tutte le chiazze al paziente viene prescritta una terapia integrativa (non farmacologica) per 2 anni, durante i quali verrà visitato solo una volta l’anno, se non si verificano ricadute in questi due anni possiamo dichiarare il paziente guarito.
Dunque alla domanda si può guarire dalla vitiligine noi rispondiamo, si deve guarire dalla vitiligine.

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